Globalizzazione e smantellamento dei servizi pubblici
ALDO MORESI
"GdP", 30.05.2001
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E' in atto da diversi anni un'aberrante situazione a livello dei servizi
pubblici nella Confederazione e di riflesso nel Cantone, in omaggio alla
cosiddetta globalizzazione che è, in sintesi, la concentrazione delle svariate
attività economiche.
La classe media, che per lungo tempo è stata la voce della ragione e della
moderazione nella vita politica delle nazioni industrializzate, si ritrova presa
d'assedio su tutti i lati dalle forze del cambiamento tecnologico.
La crescita della disoccupazione a livello nazionale e mondiale e la costante
esasperazione della divisione tra ricchi e poveri, stanno ormai creando i
presupposti per uno sconvolgimento sociale e una guerra mai sopita tra le classi
sociali di proporzioni mai viste nell'era mondiale!
Si sta ormai profilando all'orizzonte una società senza lavoratori, occupata
sempre più dai robots. Che destino sarà dell'umanità nel terzo millennio dove
il lavoro sarà trasferito o quasi dagli esseri umani alle macchine?
Nei prossimi anni, afferma Jeremy Rifkin nella sua opera «La fine del lavoro»,
esperto in diritto internazionale, le macchine sostitueranno un numero sempre più
crescente di lavoratori e la forza di milioni di persone verrà di conseguenza
espulsa dal processo economico, creando così gravi problemi ai governi, e non
solo...
Anche nel nostro Paese da qualche anno a tutt'oggi si sta verificando una grave
crisi indotta dalla costante disoccupazione. Infatti, i servizi pubblici, poste,
ferrovie e servizi parastatali, stanno segnando una marcata disoccupazione. C'è
in atto in ogni settore pubblico e privato, una febbre che potrebbe definirsi «isterica»
di voler concentrare sempre più i servizi, per conseguire alla fine dell'anno
maggiori guadagni sempre più spinti all'eccesso per dare più spazio e più
interessi agli investitori (azionisti), ecc.
Gli enti pubblici non hanno per fine di conseguire utili, ma essere al servizio
della comunità, a differenza dei privati. Siamo quindi condizionati dai mercati
mondiali, questo è il problema di base! Dove si andrà a finire?
Chi ne fa le spese è sempre o quasi il lavoratore, l'impiegato ecc. I
cosiddetti manager (una parola che dice tutto o niente) quando la barca sta per
affondare, dopo aver contribuito al fallimento delle aziende, si danno alla
fuga, esigendo come compenso importi da capogiro, ossia milioni - vedi ad
esempio i managers della Swissair o di altre società...
E' in atto ormai una grave crisi morale ed economica con lo smantellamento dei
servizi pubblici. Tutti vogliono vendere, sembra di essere in presenza di una «patologia
irreversibile», che sconfina nella follia... Intanto non c'ü più la sicurezza
del posto di lavoro isso, ciò che genera nella gente che svolge un'attività
temporanea, vari complessi e malattie psichiche (paranoia, schizofrenia e
altro).E' triste doverlo ammettere, ma osservando i fatti, siamo proprio giunti
a questa incredibile realtà!
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